Un diritto si porta dietro tutti gli altri (diritti e persone).


di Luciano Iannuso - @LucianoIannuso -

E' davvero interessante che lo slogan scelto lo scorso week-end per il sostegno alla legge Cirinnà sia stato #svegliaItalia. Quando qualcuno dice a qualcun altro di svegliarsi, è perchè egli è già desto, o almeno crede di esserlo; ma questa è una certezza sempre tutta da constatare! Come quando sei in disaccordo e qualcuno ti dice: "Solo un ignorante non sarebbe d'accordo!" e questa frase ha l'effetto di farti sentire realmente ignorante; ma con ciò non è detto che tu lo sia. 

Qualche politico e qualche giornalista si è sforzato, ad esempio, di mostrare la necessità di questa legge a partire dal fatto che "in Europa siamo l'unico Paese a non avere una legislazione sulle unioni tra persone omosessuali". Forse è questo un motivo aggiunto per approvarla? Che le altre nazioni abbiano questa legge non li rende (per questo motivo) più civili di noi. Prendi la Danimarca: ha il primato al mondo per aver approvato le unioni civili tra persone dello stesso sesso (nel 1989); ma ha anche il primato in Europa per la sospensione dell'accordo di Schengen sulla libera circolazione.
Questa non è civiltà, è oscurantismo puro!

Ora, che la legge Cirinnà si debba fare, è certo; che la stepchild adoption si debba legiferare, è doveroso. 
Il Family Day, purtroppo, si presenterà come l'estremo saluto sul palco del patibolo. E' chiaro che noi laici cattolici, un giorno, dovremo rendere conto a Dio di quanta dimestichezza acquisita sulle pagliuzze altrui. "Chi sono io per giudicare?"...



Il problema è che il dibattito è così superficiale che i miei timori sono più che confermati. La domanda migliore non è: "E' giusta o no una legge sulle unioni civili?". 
La questione vera è un'altra: "siamo pronti all'introduzione di questo nuovo diritto?".

Di per sè, l'introduzione di un nuovo diritto a vantaggio dell'uomo non è mai un male
C'è da vedere, piuttosto, se il nostro livello sociale, se la nostra cultura politica è preparata a concedersi un certo diritto.
Faccio un esempio: il suffragio universale è stato un'enorme acquisizione per la storia dell'umanità, ma non possiamo dimenticare che è stata la donna gravida di diverse dittature.

Dicevo che, all'attuale dibattito, i miei timori, sulla nostra insufficiente disposizione ad accogliere un diritto tanto necessario, sono confermati. Il sintomo maggiore di ciò sta nel fatto che manca un requisito fondamentale: un diritto è tale solo e soltanto quando è apprezzato e difeso da quanti non ne beneficiano, quando il diritto è considerato un bene comune, e non qualcosa che "si deve" a chi ne voglia fruire, una pretesa che posso sempre rivendicare.
Questa è mercificazione del diritto. E' stabilire un contratto per ciò che posso sempre reclamare come mio. E su questo punto siamo a zero: un diritto è tale solo se ha qualcosa di nostro!

Chi, in Italia, in Europa, ha questo senso di comunità? 
Guardiamo a tutti gli altri diritti, quelli più elementari; ci accorgeremo che ci importa davvero molto poco se qualcun altro non può accedere a questi "prodotti"; ci basta che coprano le nostre teste. 
Questo non si chiama più diritto, ma privilegio.

Questa legge arriverà, presto o tardi, ma arriverà! 
Ma c'è da fare molto di più! Per quelli che non possono farlo da soli.

Continua a seguire Alpireo su Facebook alla pagina Alpireo.

Commenti