Elogio della Vigilia


di Luciano Iannuso    (@LucianoIannuso)


La Vigilia è il giorno interessante. La Vigilia è il giorno che oggi è presente; eppure è il giorno che, più di tutti, viene prima di un giorno altro; ed è il giorno che, in assoluto, è proiettato al futuro, al domani. 
Detto in breve: la Vigilia è il giorno che copre tutto l'arco temporale di cui disponiamo.

Ma non è una cosa difficile da comprendere. Il giorno di Natale, lo sappiamo tutti, è quel giorno che passa così rapidamente, da non darci il tempo di dire: "Oggi è Natale!". Mentre ancora lo stiamo vivendo, ci pare sfugga alle nostre mani, alla nostra attenzione. Mentre ci è presente è già passato.
Vi siete mai chiesti perché i film natalizi non mostrano mai la sera del 25 dicembre? Finiscono sempre o con la mattina al risveglio, o con l'inizio del pranzo. Sempre e comunque un inizio. 
Ma, a parte i film, tutto ciò che inizia poi finisce.

Con la Vigilia è tutta un'altra storia.
Il verbo che le si addice è vigilare
Il vigilante è colui che non sa a cosa prepararsi, ma aspetta e s'aspetta qualcosa. E' nell'atteggiamento del cercatore; ma non ha lo sguardo diretto a cercare una cosa; sa che può aspettarsi di tutto, ed ha lo sguardo libero di lasciarsi cogliere di sorpresa. Soffre di vertigini: perchè chi non ha vertigini è colui che ancora non è si è sporto dalle altezze che gli sono adeguate!

Il vigilante è colui che sta sveglio. Non si appisola su vecchie abitudini, su posizioni comode. Egli, al contrario, sta desto sulla soglia della porta aspettando che qualcuno venga a bussare. Tanta e tale è la curiosità che non chiederà: "Chi è?", non farà troppe domande. Il vigilante ha lo stomaco in subbuglio, ha l'ansia che gli percorre le vene, ha le gambe tremanti. Non ha orologi, perchè non vede l'ora.



Il vigilante tiene tutto insieme il tempo della sua attesa. Sente che il tempo passato ad aspettare è tutto presso se stesso; è l'accumulo del desiderio, e del piacere. Sente se stesso vivere, in ogni momento vivente. Non sente il tempo bruciare la sua giovinezza, ma vede le sue ossa rinsaldate e la sua mente lucida.

Il vigilante non si lascia sfuggire i dettagli minimi. Cerca il silenzio perchè possa ascoltare i sospiri più leggeri. Crea il buio perchè non gli sfuggano le più tenui fonti di luce. Annulla ogni propria azione perchè il suo vivere energico non viva sulle vite fragili degli altri. E' proteso oltre se stesso, oltre il proprio corpo, oltre le proprie possibilità. Sa che tutto il tempo che gli è dato non è sufficiente ad esprimere tutta la vita che si porta dentro.

Se vigilare è tutto questo, allora ben venga l'elogio della Vigilia. Forse anche il 25 dicembre non ci sembrerà sfuggire dalle nostre mani, se anche il giorno di Natale si fa giorno di Vigilia.

Ogni giorno si fa Vigilia, se non ci si accontenta. 
Se non ci si accontenta che il passato sia consegnato alla morte e il futuro al dubbio ansiogeno.
Sarebbe bello dire che tutto ci è presente, che è come dire che tutto ci è regalo.

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