Serendipità

di Luciano Iannuso

Il termine serendipità nasce da un racconto di origini orientali intitolato Viaggi e avventure dei tre principi di Serendippo. Racconta di tre principi che osservando alcuni segni lungo la strada riescono a burlarsi di un cammelliere raccontandogli una storia, ma questa burla si trasforma presto in un'avventura che è una favola.

L'evoluzione del termine serendipità vuole che in italiano oggi significhi riuscire a trovare casualmente ciò che non si sta cercando, mentre si sta cercando.

In verità i due significati sono profondamente diversi, anche se analoghi: un conto è riconoscere, un po' alla Sherlock Holmes, il processo che si cela dietro un segno mentre si cercano segni per costruire una narrazione plausibile, altro è trovare cinque euro nella tasca del cappotto chiuso nell'armadio dallo scorso anno, mentre si cerca un accendino.

Questo secondo caso ha ad esempio portato grande fortuna alla scienza. Non pochi sono i casi in cui si sono fatte grandi scoperte, lavorando ad una materia affine o a qualcosa di completamente diverso. Nel caso della scienza il punto è che non si sarebbe trovato un bel niente se qualcuno non si fosse messo a cercare, anche tutt'altro.

Il primo caso invece sembra attestare più una genialità, ma forse solo perchè io ho citato Sherlock Holmes. In verità tutto intorno a noi è disseminato di segni che a volte identifichiamo e interpretiamo, ma difficilmente siamo in grado ricostruire una narrazione apprezzabile, o a discernere quali segni appartengono a quale narrazione e quali no. 

Questo accade perchè non esercitiamo la capacità di mettere insieme i pezzi e, come pigri cercatori, assolutizziamo un segno solo perchè ci schiaffeggia lo sguardo e ci si impone come indifferibile. Ci manca il senso di un decorso, di un'evoluzione dei fatti e delle persone e dell'ambiente. Sentiamo l'urgenza di fermare il tempo all'interno di una circostanza specifica, un tempo presente, presente alle capacità del nostro sguardo. Non ravvisiamo gli echi di ciò che rimane, mentre tutto cambia, mentre le cose si tengono insieme stabilendo variabili rapporti di prossimità e di lontananza, a fisarmonica.

La serendipità, comunque la si intenda, necessita di cercatori attenti. Ogni cercatore di certo porta con sè  delle aspettative, ma che mestizia nel ritrarsi quando queste verranno deluse! Perchè saranno deluse!
Se si trova ciò che si cercava, lo si era già trovato prima di cominciare a cercare.

Il racconto dei tre principi li osserva costruire una storia dentro la storia. Non si accontentano di camminare come si cammina e di guardare come si guarda, ma si fanno spettatori prima e narratori poi
di una storia che li scorre accanto. Gli unici spettatori, gli unici narratori o mai più nessun altro.

Hanno raddoppiato, triplicato il loro tempo. Anche a costo di sbagliarsi.





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